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Il film Vi presento Christopher Robin è ispirato alla vera storia del creatore di Winnie the Pooh: bullismo, violenze e un finale triste per la famiglia nella realtà

Vi presento Christopher Robin racconta la creazione delle storie di Winnie the Pooh e di Christopher Robin, protagonista della serie che è ispirato in tutto e per tutto dal figlio dell’autore Alan Alexander Milne che aveva proprio quel nome. Grazie a questi libri ottenne grande popolarità ma dietro la sua stesura si nasconde una vicenda davvero intricata che è al centro del film con Domhnall Gleeson e Margot Robbie. La pellicola racconta che il rapporto di Milne con suo figlio, il vero Christopher Robin, era difficile e nel corso degli anni grazie ad interviste e biografie è stato possibile capire se ci fossero davvero questi problemi. Ciò che bisogna chiarire fin da subito è che Vi presento Christopher Robin è tratto da una storia vera e non è frutto della fantasia degli sceneggiatori. Il film è basato sulla biografia di Ann Thwaite del 1990 AA Milne: The Man Behind Winnie-the-Pooh e approfondisce i vantaggi e le insidie ​​del successo di Milne e l’effetto che la fama ha avuto sulla famiglia, in particolare su Christopher Robin, che è stato visto per sempre come il ragazzo nei libri.

In Vi presento Christopher Robin vediamo come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) del protagonista Alan Alexander Milne, conseguenza del fatto che aveva combattuto per l’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale, lo portò a trasferire la sua famiglia lontano da Londra, nella tranquilla campagna inglese. Sebbene non vi siano prove dirette che lo scrittore soffrisse di quello che oggi comunemente chiamiamo PTSD, le esperienze vissute durante la guerra pesarono molto su di lui. Nella sua autobiografia It’s Too Late Now, Milne scrisse che lo faceva “stare quasi fisicamente male” pensare a “quell’incubo di degradazione mentale e morale, la guerra”. Nello stesso libro fa riferimento a una gita alla Casa degli insetti dello zoo con Christopher Robin, dove la vista dei “mostruosi detenuti” ha scatenato un intenso disagio. Non è stato quindi ufficializzata la malattia di Alan Alexander Milne ma tutto lascia pensare che quello che si racconta nel film rispecchia la realtà. Un altro dettaglio riguarda la poesia “Vespri” che nel film la moglie Daphne fa pubblicare su Vanity Fair senza il suo permesso o a sua insaputa. In realtà, la poesia fu pubblicata su Vanity Fair, ma alcuni resoconti suggeriscono che Milne avesse detto alla moglie che avrebbe potuto tenere i soldi se fosse riuscita a vendere la poesia a una rivista.

Vi presento Christopher Robin: il vero ruolo della mamma Daphne

Christopher Robin sembra voler far capire che Daphne Milne fosse più preoccupata dei suoi doveri di mondanità che di prendersi cura del figlio, che lasciava quasi esclusivamente in compagnia della sua tata Olive, conosciuta affettuosamente da Christopher Robin come “Nou”. In realtà non è proprio così, infatti rispetto al film Vi presento Christopher Robin la mamma del ragazzo sembra essere stata la vera fonte di ispirazione per i libri di Milne e a rivelarlo è stato lo stesso ragazzo che al New York Times disse che la madre giocava con lui nella cameretta e raccontava al marito le cose che il figlio pensava e faceva “È stata lei a fornire la maggior parte del materiale per i libri di mio padre” ha spiegato. Detto questo, il rapporto di Christopher Robin con la madre non era, a detta di tutti, funzionale. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1956, Christopher vide la madre solo una volta nei restanti 15 anni di vita, secondo l’Oxford Biography Index e la rivista Country Living.

Il vero Christopher Robin disse a un giornalista negli anni ’70 che non era arrabbiato con i suoi genitori e che aveva detto loro addio “molto tempo fa”. Christopher Robin, morto il 20 aprile 1996 all’età di 75 anni, non ha sempre odiato essere associato alle storie di Winnie-the-Pooh. Inizialmente, da bambino, gli piaceva essere famoso ma come il film accenna appena, le cose cambiarono quando, intorno agli otto o nove anni, fu mandato in collegio, dove fu vittima di un bullismo implacabile. Lì inizio il suo rapporto di amore odio con il personaggio dei libri: “A casa mi piaceva ancora, anzi a volte mi sentivo piuttosto orgoglioso di condividere il suo nome e di potermi crogiolare in un po’ della sua gloria. A scuola, però, cominciava a non piacermi e mi ritrovavo a non sopportarlo sempre di più man mano che crescevo.”