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Il Gladiatore storia vera: chi è Massimo Decimo Meridio nella realtà? Cosa c’è di vero nel celebre film del 2000 con Russell Crowe, diretto da Ridley Scott.

L’epica battaglia di un uomo tradito contro un intero impero: Il Gladiatore può essere considerato a tutti gli effetti uno dei grandi classici del cinema e l’ultimo grande kolossal dedicato alla storia dell’Antica Roma. Prodotto nel 2000 e affidata alla regia del britannico Ridley Scott, ha consacrato il talento attoriale dell’interprete neozelandese Russell Crowe, arrivando a conquistare ben 5 premi Oscar: miglior film, miglior attore protagonista, migliori costumi, miglior sonoro e migliori effetti visivi. Oltre a tutto questo successo di critica, Il Gladiatore è stato anche ovviamente un incredibile successo di pubblico, con incassi globali che hanno superato i 457 milioni di dollari: quell’anno, solo Mission: Impossible 2 fece meglio.

Ma cosa c’è di vero nella vicenda di Massimo Decime Meridio, l’ex generale romano divenuto schiavo, poi acclamato gladiatore e infine ribellatosi all’Imperatore Commodo, contro cui riuscì infine a ottenere la sua vendetta? La sceneggiatura del film è stata scritta da professionisti di Hollywood come David Franzoni (Amistad), già autore anche del soggetto originale, John Logan (Ogni maledetta domenica) e William Nicholson, ma i crediti vanno anche al libro di Daniel P. Mannix Those About to Die, pubblicato nel 1958. Il romanzo, noto anche The Way of the Gladiator, non si tratta di un romanzo bensì di un saggio a carattere storico che racconta l’epoca dei gladiatori dell’Antica Roma. Lo stesso libro ha ispirato una serie tv attualmente in produzione, intitolata proprio Thos About to Die, con Anthony Hopkins protagonista. In realtà, il libro di Mannix non racconta quasi nulla di ciò che si vede ne Il Gladiatore di Ridley Scott, ma dà solo l’infarinatura generale alla vicenda: Franzoni ha raccontato che l’idea di scrivere il soggetto del film gli venne leggendo quel libro mentre nel frattempo ne stava già leggendo un altro sulla rivoluzione irlandese. L’idea di una rivolta di gladiatori, comunque, non è nuova nella storia romana e nemmeno in quella del cinema: il riferimento più ovvio è alla vicenda di Spartacus, che aveva già ispirato il capolavoro di Stanlet Kubrick del 1960 Spartacus. La trama de Il Gladiatore è quindi essenzialmente una storia di fantasia con personaggi inventati, eppure qualche aggancio alla realtà c’è davvero.

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Il Gladiatore nella realtà

Il personaggio di Massimo Decimo Meridio, generale ispanico dell’esercito romano, è chiaramente inventato, anche se una figura chiamata Massimo Magno (Massimo il Grande) nella storia dell’Antica Roma è effettivamente esistita. È noto più correttamente come Magno Massimo, o Magno Clemente Massimo, o ancora Massimiano, ed era effettivamente un generale romano proveniente dall’Hispania che sfidò l’Impero. Magno Massimo era un generale di stanza in Britannia, quando nel 383 d.C., all’età di circa 48 anni, si ribellò con le sue truppe, si fece nominare Imperatore e guidò una rivolta. Sbarcato in Gallia, Magno Massimo affrontò in battaglia l’Imperatore Graziano, lo sconfisse e, dopo averlo inseguito a lungo, lo uccise, assumendo il controllo della Britannia, della Gallia e dell’Hispania. Regnò per un po’ come usurpatore su questi territori, fino a che il legittimo imperatore Teodosio non decise di muovergli guerra: Massimo venne sconfitto, catturato e ucciso nel 388.

Sono invece sicuramente esistiti i personaggi di Marco Aurelio e di suo figlio Commodo. Il primo è stato un noto e molto celebrato imperatore, che regnò dal 161 al 180. Dal 177, Marco Aurelio condivise il potere con il figlio Commodo, che però non uccise il padre, il quale morì invece a causa della peste. La figura eccentrica e depravata di Commodo si deve alle cronache romane successiva alla sua morte, ispirate dal Senato (a cui era avverso), che lo descrivono come un depravato e un sadico. Il suo non fu un regno breve, come si vede nel film, ma durò ben 12 anni, e fu carattrizzato da un forte culto della personalità: Commodo si considerava un “Ercole romano”, e ciò lo portò a dare prova della sua forza e delle sue abilità da guerriero prendendo spesso parte a spettacoli di gladiatori nel Colosseo. Non morì ovviamente ucciso durante una di queste battaglie, ma fu strangolato nel suo bagno da Narcisso, un ex gladiatore che era anche il suo allenatore personale. Narcisso è una delle figure che hanno ispirato il personaggio di Massimo Decimo Meridio, e infatti nel soggetto originale di David Franzoni il nome del protagonista era proprio Narcisso. Il personaggio storico dell’assassino di Commodo, però, finì giustiziato un anno dopo la sua impresa.