Secondo quanto riportato da Il Giornale, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha annunciato un’interrogazione parlamentare per fare luce sul ruolo della giornalista Giulia Innocenzi nella realizzazione di un servizio andato in onda su Report. Al centro della polemica vi è la partecipazione della Innocenzi a una conferenza stampa dell’onorevole Caramiello del M5S, relativa al cosiddetto “Caso Enci”. Gasparri sostiene che il servizio sia stato “teleguidato” dal Movimento 5 Stelle, sottolineando come la giornalista avrebbe agito in modo non imparziale.
Il senatore accusa: “La giornalista ha messo la sua immagine, la sua professionalità e la sua funzione al servizio di un partito politico, rendendo evidente il proprio ruolo organico durante l’incontro con la stampa”. Gasparri ha definito il comportamento della Innocenzi come uno strumento di lotta politica schierato, chiedendo ai vertici Rai una valutazione sulla vicenda.
La “norma Report” e la supervisione esterna
Questa polemica si aggiunge alla controversia legata alla circolare interna della Rai, ribattezzata “norma Report”, emanata dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi nell’ottobre 2024. La direttiva impone che tutte le trasmissioni della televisione pubblica abbiano una figura esterna di supervisione, separata dalla conduzione del programma stesso. Questo provvedimento ha colpito direttamente Report, dove il vicedirettore degli Approfondimenti, Sigfrido Ranucci, ricopriva anche il ruolo di conduttore.
La circolare ha scatenato proteste da parte dei sindacati e dell’opposizione, che l’hanno interpretata come un tentativo di controllo politico sull’informazione pubblica. Secondo l’Usigrai, si tratta di un attacco alla libertà giornalistica: “Nella Rai senza presidente arrivano i commissari sui programmi giornalistici. È un modo per mettere sotto controllo l’informazione pubblica”.
La reazione delle opposizioni
Anche i partiti di opposizione hanno espresso forte dissenso. Il capogruppo Pd in vigilanza Rai, Stefano Graziano, ha definito la circolare “liberticida”, accusando il governo di voler limitare l’autonomia giornalistica. Analogamente, i leader di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) hanno criticato la misura come un’offensiva contro la libertà di stampa.
La difesa della Rai
La Rai, dal canto suo, ha difeso la decisione spiegando che il provvedimento è stato introdotto per garantire la “segregazione dei poteri”, una pratica standard che dovrebbe applicarsi a tutte le trasmissioni. “È sempre stato così: i programmi dipendono dai capi struttura, che controllano e supervisionano la creatività, la scaletta e gli ospiti”, si legge in un comunicato dell’azienda. Secondo la Rai, questa procedura mira a correggere un’anomalia che vedeva Report come una delle poche trasmissioni senza un controllo esterno dedicato.
Un futuro incerto per Report
Tra accuse di strumentalizzazione politica e il malcontento generato dalla “norma Report”, il futuro della trasmissione è in bilico. La situazione evidenzia un conflitto più ampio tra il diritto a un’informazione indipendente e il controllo istituzionale sull’informazione pubblica. Per Report, simbolo di inchieste giornalistiche coraggiose, questa è una delle sfide più difficili dalla sua nascita.